Albert Fish: La Terribile Storia del Vampiro di Brooklyn

0
11708
albert fish

La storia del killer Albert Fish
Il vampiro di Brooklyn e la sua visione del mondo

Negli anni sono tantissimi i casi di serial killer che hanno commesso crimini feroci e inenarrabili, colpendo sia giovani che bambini e terrorizzando gli Stati Uniti. Ma vi sono figure che per la loro efferatezza e la crudeltà delle azioni compiute rimangono negli anni nell’immaginario collettivo. Un esempio è la storia del serial killer Albert Fish un mostro che ha violentato, torturato e ucciso bambini e ragazzi.

Nella sua personalità si sono riscontrate ben 18 parafilie, dal sadismo al masochismo, dal cannibalismo alla pedofila, dall’ossessione religiosa alla tortura. Fish fu soprannominato anche il vampiro di Brooklyn per la sua ossessione del sangue e per il fatto di divorare letteralmente le sue vittime. La sua storia è quella di un uomo che pensava di essere stato prescelto da Dio e quando alla fine fu arrestato, più di una volta si paragonò ad Abramo: nessun angelo era venuto a fermare le sue azioni e per questo nella sua visione del mondo non aveva fatto nulla di sbagliato e solo Dio poteva giudicarlo.

fish serial killer

Chi era il Vampiro di Brooklyn?
L’infanzia di Albert Fish e la sua vita privata

Ma chi è Albert Fish? Dove nascono gli istinti che lo hanno reso il Vampiro di Brooklyn? Il suo vero nome era Hamilton Howard Fish e nacque il 19 maggio del 1870 a Washington D.C. 
Se si può considerare come il background familiare di un bambino possa influenzare le sue idee e i suoi comportamenti futuri, questo è proprio il caso del piccolo Albert, così chiamato in famiglia. Infatti visse in una condizione familiare non solo disagiata, ma al contempo anche strana, dato che lo zio paterno soffriva di psicosi religiosa e ne morì in ospedale, un fratello soffriva di alcolismo cronico, una sorella di una strana malattia mentale, mentre la madre era affetta da forme di allucinazione. Una realtà che ha potuto facilmente dare vita alle ossessioni del futuro serial killer. 

serial killer fish

Alla morte del padre avvenuta per un infarto fulminante, la madre decise di spedirlo in orfanotrofio, dove le sue deviazioni sessuali e le prime forme di ossessioni si rivelarono. Fish iniziò ad avere rapporti sessuali con altri ragazzi inoltre imparò a sopportare il dolore che divenne una sua ossessione che coltivò per tutta la sua vita. Nel suo corpo al momento della morte furono trovati diversi aghi che si infilava nell’ano, oppure sullo scroto. Inoltre tra i suoi piaceri amava farsi picchiare oppure infilarsi batuffoli di ovatta incandescenti nel corpo.

serial killer albert fish
La radiografia fatta al bacino di Albert Fish che mostra aghi e spilli conficcati nell’inguine

La madre alla fine decise di portarlo via dall’orfanotrofio e Fish si trasferì a 20 anni a New York dove iniziò a fare il gigolò offrendosi a una clientela del tutto maschile. Sono questi i primi anni in cui si è ipotizzato che abbia iniziato a compiere le prime violenze sui ragazzi. Inoltre spesso ebbe problemi con la polizia. Così la madre per cercare di eliminare questi suoi strani vizi, decise di farlo sposare con una donna più giovane di lui di sette anni.

Dal matrimonio Albert Fish ebbe sei figli che rimasero con lui una volta che la moglie decise di lasciarlo per un individuo più giovane. Il 1910 sembra essere la data in cui continuarono gli abusi sui bambini, ma anche i primi omicidi. Stranamente Fish sembra non aver mai abusato dei propri figli anche se li ha fatti partecipi delle sue perverse ossessioni.

I serial killer cannibali
Gli omicidi di Albert Fish e il suo modus operandi

Quando fu arrestato, Fish raccontò di aver ucciso più di 100 bambini e di averne violentati circa 400. Ma le prove rinvenute dalla polizia riportano a soli 4 omicidi avvenuti nell’arco della sua vita e alla sparizione di altri 11 bambini di cui però non furono mai ritrovati i corpi.

Fish viene considerato come uno dei primi serial killer cannibali. Il suo modus operandi era molto ingegnoso. Infatti si presentava come una persona rispettabile, con i baffi bianchi e la corta barba, vestito in modo non molto curato e si avvicinava tranquillamente alle sue piccole prede. Dopo aver conquistato la loro fiducia, scattava la trappola portando con sé il bambino via dalla sua famiglia. Il rapimento era solo la prima fase delle sue perversioni. Successivamente provava gusto a violentarli, torturali e squartarli e infine mangiarne le carni straziate. Questo suo modus operandi ha negli anni lasciato un ricordo indelebile nella mente delle persone terrorizzando un intero quartiere. Gli omicidi accertati sono 4.

1° – Francis McDonnel: è il 1924, Francis McDonnel è un bambino di otto anni che sta giocando nel giardino di fronte casa controllato a vista dalla madre, ignaro di essere osservato anche dagli occhi malvagi di Albert Fish. il genitore di Francis infatti nota questo vecchietto che sta seduto lì vicino e borbotta con gli altri bambini. Non fa poi più caso a lui, dato che a un certo punto si alza e si allontana. Albert Fish ritorna però nel pomeriggio per colpire. Francis questa volta sta giocando con quattro amici. Fish si avvicina con la macchina e riesce a convincere il bambino a salire. Nessuno più vedrà il piccolo Francis. La madre inizia a preoccuparsi in serata quando il bambino non rientra per cena. Così il padre, un poliziotto, organizza una ricerca a tappeto. Il corpo del ragazzo viene ritrovato poche ore dopo sdraiato sotto un albero con i vestiti strappati e le bretelle intorno al collo e segni di bastonate su tutto il corpo. L’autopsia rivelò che era stato strangolato, violentato e torturato con segni sia sulle gambe che sull’addome.

Francis McDonnel
Francis McDonnel, vittima del Vampiro di Brooklyn

2° – Emma Richardson: viene uccisa il 3 ottobre del 1926, all’età di 5 anni. L’omicidio si riuscì a collegare all’operato di Fish sia per la sua confessione che per la testimonianza di chi aveva visto uno strano vecchietto portare via la bambina.

3° – Billy Gaffney: il modus operandi di Albert Fish si ripete anche con il piccolo Billy Gaffney di 4 anni, nel 1927. Il vampiro di Brooklyn rimane ad osservare per un po’ Billy e un suo amico più piccolo che giocano davanti la casa controllati questa volta da un ragazzo di 12 anni. Fish come un predatore paziente, attende che il ragazzo venga distratto dal pianto della sorellina e rientri dentro casa. Una volta ritornato in giardino il fratello maggiore Billy e l’amichetto sono scomparsi. Dopo estenuanti ricerche, il secondo viene ritrovato sul tetto della casa e racconta che Billy è stato preso da un vecchietto con il vestito scuro. Il corpo del piccolo Billy non verrà mai ritrovato, ma sia la descrizione del vecchietto che il modus operandi lo riconducono al Vampiro di Brooklyn. Lo stesso Albert Fish una volta catturato, racconterà con precisione le sevizie e le torture con cui aveva seviziato il piccolo Billy, prima di effettuare uno stufato con il suo naso e le orecchie, e di smembrarlo per mangiarlo.

Billy Gaffney
Billy Gaffney, una delle vittime di Albert Fish

4° – Grace Budd: Il 1928 è però l’anno in cui Albert Fish commise il delitto che è rimasto nel tempo come quello più efferato anche perché fu seguito da una lettera che fu la causa della sua cattura. Era il maggio di quell’anno quando Edward Budd per aiutare i propri genitori decide di mettere un annuncio sul giornale per ricercare un impiego. Alla porta della casa dei Budd si presenta uno strano vecchietto che si presenta con il nome di Frank Howard il quale si dice interessato all’inserzione. Ovviamente è Fish in mentite spoglie.

Ben presto viene accolto in casa e invitato anche a pranzare da loro. In quell’occasione Fish rimane colpito da Grace Budd la sorella di Edward di soli 10 anni. Fish ha trovato la sua nuova preda. Così una volta conquistata la fiducia dei genitori riesce a convincerli a portare con sé la bambina alla festa di una sua nipotina. Promette loro di riportarla poco prima di cena. La famiglia Budd non rivedrà mai più la piccola Grace.

grace budd albert fish vittima
La piccola Grace Budd, una delle vittime del serial killer Albert Fish
Il mistero della lettera inviata alla famiglia Budd
Come si è giunti alla sua cattura

Il rapimento di Grace Budd e il suo brutale omicidio fecero scalpore dato che Albert Fish decise di inviare una lettera alla povera signora Budd nella quale descrisse con doviziosi e crudeli particolari come ha deciso di torturare e mangiare la piccola Grace. L’atrocità della descrizione colpì le persone, ma fu la prima traccia per la polizia per cercare di risalire a questo vecchietto che terrorizzava la città di New York. Infatti sulla carta era presente uno strano emblema che fu collegato alla New York Private Chaffeur’S Benevolent Association.

albert fish murderer

Gli ispettori grazie a questo indizio riuscirono a risalire a una locanda sulla 52esima strada in cui veniva recapitata la posta del presunto Frank Howard che venne riconosciuto dalla locandiera come Albert Fish. Non si dovette attendere molto per poterlo catturare. Era il tredici dicembre del 1934.

albert fish film

Si è molto discusso sul perché Fish abbia inviato quella lettera alla povera madre di Grace Budd. Alla base del comportamento di questo serial killer cannibale, vi era la sua convinzione di essere un predestinato di Dio e come tale di vedere l’uccisione e la tortura dei bambini come una vera e propria vocazione. In questa visione per Fish, lui non stava facendo nulla di male.

albert fish lettera
La lettera che Albert Fish inviò alla famiglia Budd
albert fish lettera

L’agghiacciante lettera che Albert Fish inviò alla famiglia Budd (anche nell’originale sono presenti errori grammaticali):

«Cara Signora Budd. Nel 1894 un mio amico, John Davis, s’imbarcò come marinaio sulla Steamer Tacoma. La nave salpò da San Francisco per Hong Kong, Cina. Arrivati lui ed altri due sbarcarono e andarono a bere. Quando ritornarono la nave era partita. A quell’epoca c’era la carestia in Cina. La carne, di ogni tipo, andava da 1 a 3 dollari a libbra. Talmente era grande la sofferenza tra le persone molto povere che tutti i bambini sotto i dodici anni venivano venduti come cibo allo scopo di evitare di far morire di fame gli altri. Un ragazzo o una ragazza sotto i quattordici anni non era al sicuro per strada. Potevate andare in qualsiasi negozio e chiedere una bistecca, delle braciole o della carne stufata. Parti del corpo nudo di un ragazzo o di una ragazza sarebbero state tirate fuori e il pezzo che volevate sarebbe stato tagliato. Il posteriore di un ragazzo o di una ragazza, che è la parte più dolce del corpo, era venduta come costoletta di agnello e data via al prezzo più alto. John rimase lì così a lungo che prese ad apprezzare il gusto della carne umana. Al suo ritorno a N.Y. rapì due bambini, uno di 7 e l’altro di 11 anni. Li portò a casa sua, li spogliò e li legò nudi in un ripostiglio. Poi bruciò ogni cosa avessero addosso. Molte volte, giorno e notte, li sculacciava e li torturava per rendere la loro carne buona e tenera. Per primo uccise il ragazzo di undici anni, perché aveva il culo più grasso e ovviamente più carne su di esso. Ogni parte del suo corpo fu cucinata e mangiata eccetto la testa, le ossa e le budella. Fu arrostito nel forno (tutto il suo culo), bollito, grigliato, fritto e stufato. Il ragazzino più piccolo fu il prossimo, andò allo stesso modo. All’epoca, vivevo al 409 E 100 St., lato destro. Lui mi disse così spesso quanto era buona la carne umana che decisi di provarla. La domenica del 3 giugno 1928 vi chiamai al 406 W 15 St. Vi portai del formaggio fresco e delle fragole. Pranzammo. Grace si sedette sul mio grembo e mi baciò. Decisi che l’avrei mangiata. Con la scusa di portarla ad una festa. Diceste che sarebbe potuta venire. La portai in una casa vuota a Westchester che avevo già scelto. Quando arrivammo lì, le dissi di rimanere fuori. Si mise a raccogliere fiori di campo. Andai al piano di sopra e mi strappai tutti i vestiti di dosso. Sapevo che se non l’avessi fatto si sarebbero macchiati del suo sangue. Quando tutto fu pronto andai alla finestra e la chiamai. Allora mi nascosi in un ripostiglio fino a che non fu nella stanza. Quando mi vide tutto nudo cominciò a piangere e provò a correre giù per le scale. L’afferrai e lei disse che l’avrebbe detto alla sua mamma. Per prima cosa la spogliai. Lei scalciava, mordeva e graffiava. La soffocai fino ad ucciderla, poi la tagliai in piccoli pezzi così avrei potuto portare la mia carne a casa. La cucinai e la mangiai. Come era dolce e tenero il suo piccolo culo, arrostito nel forno. Mi ci vollero nove giorni per mangiarne l’intero corpo. Non l’ho scopata anche se avrei potuto se lo avessi voluto. Morì vergine.»

Il processo di Albert Fish 
La sua esecuzione e la fine di un uomo malvagio

Il processo fu molto breve. L’intenzione della difesa era quella di dimostrare che Albert Fish fosse incapace di intendere e di volere, ma nel suo modus operandi e nelle sue risposte, si notò una coscienza precisa e un’intenzione a voler agire in quel modo. Fish provava piacere nel torturare se stesso e i bambini e confessò nei minimi particolari gli omicidi commessi. Alla fine si poté dimostrare il suo collegamento solo per quattro di essi mentre di altri 11 bambini scomparsi non si riuscì a trovare traccia anche se il modus operandi era lo stesso. Venne condannato alla sedia elettrica e l’esecuzione avvenne il 16 gennaio del 1936.

esecuzione albert fish

Film su Albert Fish

  • Albert Fish: In Sin He Found Salvation, film del 2007 diretto da John Borowski
  • The Gray Man, film del 2007 diretto da Scott L. Flynn

Leggi anche:

Articolo precedenteBloody Mary: Leggenda, Rito di Evocazione e Origine del Cocktail
Articolo successivoNefertiti la Regina del Nilo e la Sua Misteriosa Scomparsa
Sabrina Parigi è nata a Firenze e lì ha frequentato un corso di trucco di base, trucco teatrale ed effetti speciali. Da sempre appassionata di cinema, si è documentata accuratamente e a lungo su regia, sceneggiatura, soggetto e dialoghi per il cinema. Nel 2008 ha dato vita, insieme ad altri soci, all'associazione culturale di cinema indipendente “Le Tre Pietre”, che ha come scopo la realizzazione di corti/medi/lungometraggi, documentari, videoclip e la divulgazione delle arti in genere. Nel 2007 dirige e interpreta il corto Le Tre Pietre, nel 2008 Crypto, ottenendo la nomination come miglior regia esordiente al Festival di Roma “Corto.it”. Nel 2009 realizza il documentario Piccole e curiose storie fiorentine, selezionato e apprezzato in numerosi festival, al quale è seguita una versione più completa ed accurata, dal titolo Firenze curiosità e leggende. Negli ultimi anni ha continuato a fare ricerche sulle origini di antiche leggende e superstizioni, creando nel 2017 il sito Leggende, Curiosità, Misteri e Paranormale, sostituito nel 2018 dal sito migliorato e completo 3pietre.it