Non tutti conoscono la storia che ha ispirato l’esorcismo di Emily Rose, film di successo del 2005, diretto da Scott Derrickson. Ma soprattutto, non tutti sanno che la pellicola è ispirata a un esorcismo reale, che ebbe come protagonista una ragazza tedesca di nome Anneliese Michel, deceduta il 1 luglio del 1976 in seguito a terribili sofferenze.
La vera storia di Emily Rose
Anneliese Michel nacque a Leiblfing il 21 settembre del 1952 e morì a Klingenberg am Main nel 1976, a soli 23 anni. La sua storia è ricordata come uno dei casi di esorcismo più famosi di sempre, tanto da aver ispirato diverse pellicole cinematografiche, tra cui l’esorcismo di Emily Rose, film che riscosse grande successo e fu capace di incassare oltre 145 milioni di dollari in tutto il mondo.
Le cronache sostengono che Anneliese cominciò a lamentare problemi di salute e profonde crisi di panico all’età di 16 anni, tanto che la clinica psichiatrica di Würzburg le diagnosticò una forma di depressione acuta, accompagnata da frequenti attacchi di epilessia. Le convulsioni fecero la loro comparsa nel 1968. Nonostante le cure mediche ricevute per tutto il periodo delle scuole superiori, la ragazza non manifestò alcun miglioramento: durante le crisi più profonde la giovane era solita lamentare paralisi temporanee degli arti, rigidità e impossibilità a parlare. Nonostante i problemi di salute, Anneliese riuscì a portare a termine gli studi e ad ottenere il diploma. Grazie a un’eccellente condotta scolastica, nel settembre del 1973 completò l’iscrizione all’Ateneo di Würzburg, nella speranza di conseguire l’abilitazione per diventare insegnante di scuola elementare.
Anneliese Michel e l’educazione ricevuta
Anneliese crebbe in un ambiente cattolico, la cui serenità fu profondamente turbata dal parto di una figlia illegittima da parte della madre. È probabile che Anneliese si sentisse in dovere di espiare colpe non sue. Tutta la sua giovinezza fu segnata da questo avvenimento, al quale si unì la morte della sorellastra quando questa aveva soltanto otto anni. In seguito all’aggravarsi delle convulsioni, le fu diagnosticata una rara forma di epilessia che, secondo i medici, era collegata alle frequenti visioni.
Senza dubbio le allucinazioni cui era soggetta la ragazza erano amplificate dall’uso smodato di farmaci antiepilettici. Il padre e la madre, preoccupati per i continui peggioramenti della figlia, decisero di rivolgersi alla Chiesa, convinti che la ragazza fosse posseduta. Inizialmente, la giovane fu invitata a frequentare di più la chiesa, ma ben presto, la convinzione che la sua malattia dipendesse dai peccati che aveva commesso, indusse Anneliese a praticare penitenze sempre più dolorose.
L’esorcismo di Anneliese Michel
Trascorsi alcuni mesi dal primo colloquio con i vertici religiosi della chiesa di Würzburg, i genitori cominciarono a cercare un prete in grado di allontanare il male dal corpo della figlia. Nel 1975 Anneliese Michel fu definitivamente riconosciuta come posseduta da parte della chiesa cattolica e il vescovo Josef Stangl indicò come esorcisti i sacerdoti Arnold Renz ed Ernst Alt.
Le testimonianze dei due preti furono estremamente forti: il corpo martoriato della ragazza sembrava abitato da sei entità diverse, che affermarono di aver aver influenzato personaggi storici come Caino, Nerone, Hitler, Giuda e Fleischmann (un prete vissuto durante il XVI secolo, scomunicato per violenze, alcolismo e omicidio). Il sesto demone che albergava nel corpo di Anneliese si presentò come Lucifero. L’esorcismo andò avanti per dieci mesi, fino al giugno del 1976.
Le prove della possessione
Durante i tentativi di esorcismo, i presenti scattarono diverse foto e fu registrato anche un nastro della durata complessiva di un’ora e mezza, nel quale si sente distintamente Anneliese Michel parlare con voci diverse attribuite a più entità e in più lingue (secondo i testimoni, tedesco, latino, aramaico, greco antico ed altre). Nel nastro sembrano evidenti persino alcuni sdoppiamenti della voce, come se più persone parlassero contemporaneamente.
Nel periodo in questione la ragazza perse diversi chili e riportò numerose ferite, per la maggior parte auto-inflitte. Una delle evidenze che fecero propendere parroci, medici e presenti per la possessione demoniaca fu la forza mostrata dalla ragazza durante gli esorcismi. Nell’ultimo periodo i riti vennero ripetuti anche tre volte a settimana. Come riportato da una pubblicazione postuma di Gabriele Amorth, scrittore ed esorcista della diocesi di Roma, “Anneliese dichiarò che Gesù e la Madonna le comunicarono che stava soffrendo ed espiando colpe altrui, allo scopo di salvarli”.
La morte della ragazza posseduta
Anneliese Michel morì alla giovane età di 24 anni, a mezzanotte del 1 luglio del 1976, esattamente come aveva previsto alcuni mesi prima nei suoi scritti. Secondo i testimoni, poco prima di morire, chiese perdono alla madre e invitò uno dei preti a pregare per lei. L’autopsia indicò pesanti condizioni di disidratazione, malnutrizione e debilitazione (secondo il referto ufficiale la ragazza pesava soltanto 30 kg al momento di morire). Alcune settimane dopo, sia i genitori che i preti furono accusati di omicidio colposo, a differenza del vescovo Stangl, che aveva dato loro il permesso di procedere con l’esorcismo.
Il processo ebbe inizio nel marzo del 1978 e terminò con la condanna dei genitori e dei parroci a sei mesi di reclusione. Dopo essere stato sepolto in un cimitero che ospitava persone colpite da scomunica e vittime di suicidi, il corpo di Anneliese Michel fu spostato nei pressi della sua casa natale e ancora oggi è continua meta di pellegrinaggi.
Un altro film ispirato alla storia di Anneliese Michel
Requiem è un film del 2006, diretto da Hans-Christian Schmid, produzione Germania.
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