Il granchio del cocco (birgus latro) è il più grande artropode terrestre ed è così chiamato per la sua particolare abilità nel rompere le noci di cocco, grazie alle sue potenti chele.
Questa specie può raggiungere i 4 kg di peso, una lunghezza del corpo di 40 cm e un’apertura di zampe di circa 1 metro, ma si parla anche di esemplari che arrivano a 17 kg e 1 metro di lunghezza del corpo, possono raggiungere un’eta di 30-60 anni. Il granchio del cocco, con le chele usate per frantumare il cibo è in grado di sollevare degli oggetti che possono pesare fino a 29 kg.
Uno studio giapponese fatto da un ricercatore dell’Okinawa Churashima Foundation, ha stabilito che con la sua forza potrebbe stritolare la mano di un uomo. Questa misurazione è stata fatta sull’isola di Okinawa mettendo dei sensori a 29 esemplari e si è visto che il granchio del cocco più grande, può generare una forza di 3300 newton, dieci volte quella di un uomo che arriva a 300 newton. Quello più forte in natura ad ogni modo rimane il coccodrillo, che col suo morso sprigiona una forza di 16000 newton.
E’ chiamato anche granchio della palma, perché riesce ad arrampicarsi perfino su una palma alta 10 metri, questo lo fa sia per nutrirsi, sia per sfuggire al caldo e ai predatori.
Cosa mangia il granchio del cocco?
Questo granchio gigante predilige il cibo di origine vegetale che trova a terra, noci di cocco, da cui strappa delle strisce nel punto dove ci sono i tre cerchietti, i “pori germinativi”, finché uno di essi non si spacca, fichi e diversi tipi di frutta, ma non disdegna neanche altri crostacei, insetti e uova e piccoli di tartaruga.
Il granchio giovane è vulnerabile ai carnivori introdotti come i ratti, i maiali e le formiche, quello adulto non ha predatori naturali. L’unico è l’uomo, infatti, il granchio del cocco è commestibile e viene mangiato dalle popolazioni autoctone del Pacifico, tuttavia non sono un prodotto commerciale e di solito non vengono venduti. Sono stati riscontrati casi di tossicità nelle sue carni, perché anche se non è velenoso, può diventarlo a causa della sua alimentazione, un veleno che sembra provenire da tossine vegetali, un po’ come il pesce palla in Giappone.
Sembra che siano usati per fare la guardia alle piantagioni di cocco e gli esemplari più giovani, addirittura, come animali da compagnia.
Leggi anche: